La mia amica Tatiana Rossi , commentando un post su swami Veda Bharati, chiedeva il motivo per cui persone, tra virgolette, "spiritualmente evolute" come Swami Veda, Swami Rama [e aggiungo io] Ramakrishna, Swami Vivekananda o Ramana Maharishi muoiono relativamente giovani, spesso dopo lunghe e penose malattie. La domanda, assai frequente in ambito yogico, presuppone: 1) La possibilità, da parte di uno yogi, di controllare completamente il corpo fisico mediante la mente (o la "supermente"); 2) L'idea che il dolore e la malattia siano un qualcosa di non naturale, un qualcosa che può essere eliminato dall'esistenza umana grazie ad una corretta pratica yogica. In realtà queste due ipotesi sono appunto ipotesi che, se si studiano la storia dello yoga e le biografie dei maestri, si rivelano tutto meno che attendibili. La prima cosa da fare, per cercare di rispondere alla domanda, è discriminare tra un certo tipo di pratica che si può definire tantrica finalizz
Esamineremo in questo articolo, i versetti da 2.46 a 2.51, che riguardano la pratica degli āsana e la pratica del p rāṇāyāma . स्थिरसुखमासनम् ॥२.४६॥ in caratteri latini: sthirasukhamāsanam ||2.46|| ovvero: sthira-sukham āsanam. Esaminando parola per parola avremo: sthira , aggettivo, radice verbale " sthā " (in piedi), ha il significato di "stabile"; sukham, nominativo neutro singolare, dal prefisso " su " che significa "buono", "piacevole", godibile" e dal sostantivo neutro " kha ", che significa "vuoto", "cielo"," foro", mozzo della ruota" e, nel tantra il "vuoto creativo della vagina della Dea", ha il significato di "piacevole", "che provoca godimento"; āsanam , nominativo singolare, formato dalla radice verbale " ās " che significa "sedersi" e dal suffisso " ana " che è un suffisso neutro " Kr̥t " (o qualcos