Passa ai contenuti principali

MICRO-RESPIRAZIONE

E' grazie alla micro-respirazione che ho imparato, negli anni a mandare (o a convincere il cervello che sia possibile mandare, il che è lo stesso) la respirazione in ogni parte del corpo, riducendo man mano la superficie delle aree su cui posso portare l'attenzione, ovvero di cui posso essere consapevole.
La chiamo micro-respirazione perché dall'esterno sembra che non vi sia nessun tipo di movimento.


Nei  testi cinesi  si dice che se durante gli esercizi di respirazione si appoggiasse alle narici una piuma, questa non dovrebbe muoversi.
Né in basso ne in alto. 
Vediamo la pratica.
Da seduti o in piedi, in una posizione comoda, cominciamo 
a massaggiare delicatamente il plesso solare con le dita e il palmo della mano destra, prima in senso orario poi in senso antiorario. 
Quando si avverte un pochino di calore, si porta l'attenzione sul ritmo respiratorio mantenendo la mano destra sul plesso solare. 
Inspirando immagino che il plesso solare si riempia di un liquido tiepido e piacevole al tatto, all'odorato, al gusto (miele, latte o altro, dipende dai gusti personali).
Una cosa importante: devo resistere, in inspirazione, alla tentazione di riempire completamente  il torace  e, prima di sentirmi completamente "sazio" di aria faccio una brevissima apnea e la utilizzo per rilassare, mentalmente, l'addome  immaginando che l'aria sotto forma di liquido tiepido scenda, goccia a goccia, sotto l'ombelico e si depositi sul pavimento pelvico.
Espirando senza muovere minimamente i muscoli addominali, "osservo" le gocce sul pavimento pelvico.



Finita l'espirazione comincia la parte più difficile:

devo inspirare delicatamente immaginando che le "gocce" di aria continuino a scendere verso il basso. 
Istintivamente (automaticamente) finita la espirazione tenderò infatti ad alzare il diaframma e le le costole e resistere a questo impulso potrebbe provocare delle tensioni muscolari.


Per evitare la tensione durante la apnea naturale che segue la espirazione porto l'attenzione sul perineo o, se non sono in grado percepirlo, sull'asse ano-organi genitali.

Nel successivo atto respiratorio dovrò  ridurre la quantità di aria inalata e tenterò di ridurla ulteriormente nelle respirazioni successive.
Dopo un certo numero di cicli respiratori (108 per esempio, ma diciamo che vanno bene anche nove o un multiplo di nove) dovrei cominciare a sentire un senso di pienezza al basso ventre.
A questo punto, sempre portando l'aria sotto l'ombelico durante la pausa, durante la espirazione comincia a immaginare che le gocce di aria comincino ad evaporare verso il sacro e più su verso le vertebre lombari.



Associando la espirazione al rilassamento dei muscoli del bacino e delle cosce dovrei riuscire a percepire con  precisione gli ischi, il sacro e le vertebre lombari.

Dopo un altro ciclo di respirazioni (di nuovo 108  o comunque un multiplo di nove) percepirò una sensazione, piacevole, di presenza all'osso sacro, nella zona del coccige e del perineo. 
La sensazione è soggettiva: per alcuni le ossa saranno più morbide e leggere, per altri più pesante o più calde.
E' il momento di cominciare la pratica del Piccolo Circuito Celeste






Mantenendo la respirazione sottile inspiro (1) "sotto l'ombelico", accumulo le gocce di aria nell'addome durante la  apnea naturale ed, espirando, porto il "vapore " all'osso sacro immaginando di farlo passare attraverso gli organi genitali, il perineo e l'ano (che si sensibilizzerà fino ad arrivare,in alcuni casi, a muoversi da solo).

Inspirando nuovamente (2) spingo leggerissimamente verso il basso l'osso sacro e porto il"vapore" verso il punto al centro delle scapole facendolo passare i reni e i polmoni (avvertirò una sensazione di allargamento delle ultime costole).
Durante la apnea naturale allungo delicatamente la testa verso l'alto e le scapole verso il basso. 



Una cosa importante: 
i due canali nei quali scorre l'energia, REN MAI e DU MAI sono entrambi nella zona della colonna vertebrale.
REN MAI, canale dell'energia discendente, parte dalla radice della lingua e, scorrendo "davanti" alla colonna, arriva fino al perineo.
DU MAI, canale dell'energia ascendete, ha inizio al perineo e scorrendo lungo la colonna, arriva fino al palato. In molte rappresentazioni REN MAI viene disegnato nella parte anteriore del corpo, ma si tratta di un trucco per impedire che il praticante contragga o non rilassi abbastanza, la parete addominale e il torace durante l'inspirazione "discendente".

"Arrivato" al centro delle scapole, espirando immagino che il vapore , attraverso il collo e la nuca, "invada il cranio" e vada a riempire la "cavità" del punto in mezzo alla fronte.
Inspirando riporto l'energia nella zona dell'ombelico, in apnea faccio "depositare le gocce" sul pavimento pelvico ecc. ecc.


Dopo un certo numero di respirazioni (108 per esempio, ma diciamo che vanno bene anche 9 o un multiplo di 9), resto seduto ad "ascoltare" gli effetti dell'esercizio.  

Se  provo dolore o pesantezza al petto devo alzarmi, se sono seduto, scuotere delicatamente le membra, massaggiarsi le mani e la faccia e dedicarmi ad una moderata attività fisica.

Il dolore e/o la pesantezza al torace e alle spalle dipendono di solito dall'errata postura assunta durante la pratica.
Il mal di testa invece, potrebbe  significare che un blocco al collo o alla nuca sta per "sciogliersi".
Se così fosse occorre fare molta attenzione.
Un blocco psicofisico che comincia a sciogliersi è un buco in una diga.
All'inizio tende ad allargarsi lentamente, poi  improvvisamente l'acqua spezza le barriere e  sommerge le terre circostanti.
In altri termini si potrebbe verificare un notevole aumento del flusso sanguigno al cervello.
 Se si avverte mal di testa, dolore alle vertebre cervicali o sensazione di pesantezza agli occhi si deve interrompere la pratica, cambiare posizione e massaggiarsi dolcemente la nuca, poi  la schiena e, magari con un panno di seta, l'osso sacro e il coccige.
Il riscaldamento improvviso della testa e del ventre è considerato uno dei pericoli di questa pratica.
Nei centri taoisti di un tempo si dice ci fossero degli assistenti pronti ad intervenire con secchi di acqua fredda.


Una leggera, sopportabile sensazione di nausea, nella prima fase di pratica, potrebbe invece essere anche un sintomo positivo: potrebbe significare che il diaframma toracico sta per rilassarsi.
Se si riesce a superare questo stato ( che secondo alcuni è identificabile con la grande acqua di alcune sentenze de "I Ching") senza cambiare posizione e senza contrarre i muscoli dell'addome e del torace, potremmo sperimentare un fenomeno singolare: il rilassamento totale e improvviso del diaframma.

La sensazione è quella di un pallone aerostatico che si sgonfia improvvisamente, o  di un paracadute che si affloscia a terra.
Si avrà la sensazione di essere più grassi e meno tonici.
Ma resistendo alla voglia di contrarre gli addominali e di tendere in alto costole,torace, spalle, si potranno fare delle scoperte interessanti...





Commenti

Post popolari in questo blog

IL SIGNIFICATO NASCOSTO DEI MANTRA - OM NAMAḤ ŚIVĀYA

Alzi la mano chi non ha mai recitato un mantra indiano o tibetano senza avere la minima idea di cosa significasse. C'è addirittura una scuola di pensiero che invita ad abbandonarsi al suono, alla vibrazione e ad ascoltare con il cuore. Il personale sentire viene considerato un metro di giudizio assai più affidabile della razionalità, e l'atteggiamento più comune, nell'approccio alla "Scienza dei mantra è il " Che mi frega di sapere cosa vuol dire? L'importante è che mi risuoni! ". Devo dire che ci sta. Tutto nell'universo è vibrazione e ovviamente quel che conta è il risultato. Se uno recita 108 volte Om Namaha Shivaya senza sapere che vuol dire e poi si sente in pace con il mondo, va bene così. Anzi va MOLTO bene! Ma bisogna considerare che nei testi "tecnici" dello yoga, non numerosissimi, si parla di una serie di valenze simboliche, modalità di  pronuncia e possibilità di "utilizzo" che, secondo me, la maggi

I CAKRA DEI NATH

    Nonostante in molti testi si parli esclusivamente di sei cakra + il cakra dei mille petali,   in genere nella tradizione Nath se ne enumerano nove: 1.      Brahmā Cakra  - corrispondente al  Mūlādhāra Cakra ; 2.      Svādhiṣṭāna Cakra  " – “centro di supporto del sé", “la sua propria dimora”; 3.      Nābhi Cakra "centro dell'ombelico"; 4.      Hṝdayādhāra "centro del cuore"; 5.      Kaṇṭha Cakra "centro della gola"; 6.      Tālu Cakra "Centro del palato"; 7.      Bhrū Cakra – “Centro tra le sopracciglia" non sempre identificabile con ajñā cakra , posto spesso al centro della fronte. 8.      Nirvāṇa Cakra che alcuni fanno corrispondere al brahmārandhra e altri ad ajñā cakra 9.      Ākāṣa Cakra "centro dello spazio", posto al sincipite per alcuni, sopra la testa secondo altri.   Un altro sistema di cakra presente nello Yoga dei Nāth è quello dei cinque maṇ

IL FIGLIO DI YOGANANDA E L'INDIGESTIONE DI BUDDHA

YOGANANDA Quando nel 1996, pochi giorni prima del suo centesimo compleanno Lorna Erskine, si abbandonò al sonno della morte, Ben, il figlio, decise di rivelare al mondo il suo segreto i: Yogananda, il casto e puro guru, era suo padre. Ne uscì fuori una terribile, e molto poco yogica, battaglia legale a colpi di foto, rivelazioni pruriginose ed esami del DNA tra la Self Realization Fellowship,la potente associazione fondata dal maestro, e gli eredi di Lorna (che chiedevano un sacco di soldi...). Ad un certo punto vennero fuori altri tre o quattro figli di discepole americane, tutti bisogna dire assai somiglianti al Guru, . E venne fuori una storia, confermata da alcuni fuoriusciti dalla Self Realization Fellowship (e quindi... interessati) riguardante un gruppo di "sorelle dell'amore" giovani discepole che avrebbero diviso con Yogananda il terzo piano del primo centro californiano della S:R:F. Certo, per tornare a Lorna, che se una donna americana bianca e b