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ADVAITA VEDANTA: LA LEGGE DEL CINQUE

Una parola che ho incontrato spesso nei testi indiani è विस्मय vismaya.
Vuol dire "stupore", "meraviglia", "restare attoniti" ed è lo stato d'animo di chi comincia ad approfondire la via dello yoga.
-" vismayo yogabhūmikāḥ "- si legge negli Shiva Sutra, ovvero lo stupore pervade il cammino [ "bhūmikā" significa "step", "parti", "terreno"] dello yoga, e devo ammettere che più pratico e studio e più provo meraviglia.
L'impianto teorico dello yoga, è pazzesco: ogni gesto corrisponde ad un'energia del cosmo, ogni asana ad una costellazione, ogni parte del corpo ad un suono e ad un elemento della natura, ma ancora più pazzesco è scoprire che queste corrispondenze sono reali, sperimentabili, oggettive.



Nei testi vedantici, ad esempio, si parla di cinque azioni fondamentali associate ai cinque elementi: 

1) afferrare - Aria;
2) muoversi - Fuoco; 
3) parlare - Etere;
4) defecare - Terra; 
5)procreare - Acqua.



Tutte le altre le azioni dell'essere umano sono proiezioni/evoluzioni di queste cinque.
Ogni azione sarà resa possibile da un organo particolare: l'organo dell'afferrare è la mano, l'organo del muoversi (l'andare)il piede, l'organo del mangiare la bocca, l'organo del defecare l'ano e l'organo del procreare il sesso.
Ma la mano può servire anche per lanciare qualcosa, per carezzare, per muoversi (se sono carponi  ad esempio).
Il piede a sua volta serve anche per lanciare, ma lo si può usare anche (perché no?) per carezzare.
Con la bocca si mangia ma si può anche lanciare qualcosa (quando vomito o quando sputo) o afferrare (quando mordo qualcuno o qualcosa).
Ogni organo d'azione può svolgere una serie di funzioni che sono una combinazione delle cinque azioni principali e 
può compiere azioni verso l'esterno e verso l'interno.
La mano afferra e quindi porta qualcosa dall'esterno all'interno, oppure lancia (e quindi porta qualcosa dall'interno all'esterno)
Ogni organo d'azione ha una duplice funzione che possiamo collegare al ritmo esterno-interno.


Ognuna delle cinque azioni si può definire a sua volta una proiezione/evoluzione dell'azione primaria: respirare.

Tutti gli organi d'azione, alla fin fine, sono figli dell'Aria detta in sanscrito वायु vāyu o प्राण prāṇa e il loro, chiamiamolo così, centro di comando o centro motore e in un corpo particolare, detto prāṇomayakośa, o guaina/ involucro (kośa) fatta di (mayaprāna.
L'essere umano per gli yogin, è costituito da cinque diversi corpi, o guaine o involucri, detti appunto kośa, infilati uno dentro l'altro come le bambole della matrioska.
Ci sono una guaina fisica ( il "veicolo" ossa, muscoli, pelle...), una delle energie (la guaina del prana), una delle percezioni (guaina del manas), una dell'intuizione (guaina di buddhi) ed una della "beatitudine"(ananda). 
La guaina fisica dipenderà ovviamente dalla guaina dell'azione, quella dell'azione dalla guaina della percezione e così via.
L'interdipendenza dei kośa è cosa ovvia: se non percepissi un oggetto , ad esempio, come potrei afferrarlo?
Per afferrare un oggetto devo averne percepita la presenza:
devo averlo visto o devo aver ascoltato il suono che fa.
Devo avere poi la possibilità di sentirne il peso e la consistenza con le dita ed il palmo: se non ci fosse il senso del tatto non potrei mai afferrare qualcosa.
La capacità di azione, la guaina delle energie, dipenda dalla capacità di percepire.
La capacità di percezione risiede nella guaina (kośa) delle percezioni, ovvero mano (मनस् manas)- maya kośa, formata dalla mente percettiva e dai cinque organi di senso: udito, tatto,vista, gusto, odorato.

L'Udito è la capacità di percepire il suono.
Il Tatto è la capacità di percepire la superficie (ruvido-liscio), il peso (pesante-leggero), la temperatura (caldo- freddo), la consistenza (duro-morbido) di un oggetto.
La Vista è la capacità di percepire la luce ed il colore (bianco-giallo-rosso-blu....).
Il Gusto è la capacità di percepire il sapore (dolce-amaro-acido....)
L'Olfatto è, infine, la capacità di percepire gli odori.
E' particolare, il senso dell'olfatto: gli odori sono in realtà delle particelle di materia che vengono assorbite direttamente dal cervello.
Il nervo olfattivo, infatti, è diverso da tutti gli altri: è una propaggine degli emisferi celebrali che si spinge, attraverso le nari, quasi all'esterno del corpo.


L'Olfatto è  indissolubilmente legato all'elemento Terra,
così come il gusto è legato all'elemento Acqua, la vista all'elemento Fuoco, Il tatto all'elemento Aria ed il Suono all'elemento Etere.
Strana cosa queste della percezione...
Se  siamo in dieci persone in una stanza buia ed accendo una lampada, tutte e dieci vedranno la stanza illuminarsi, 
ma ognuna di esse vedrà cose diverse: tutti gli altri ad esempio vedranno il mio volto e i miei occhi, ma io non potrò vedermeli. 
E questo vale per ciascun "veggente", ognuno percepisce una realtà diversa e nessuno è in grado di percepire la realtà come la vede un altro.
Ma torniamo agli elementi, che cosa sono?
Sulla spiaggia, di notte, avrò possibilità di sperimentare direttamente le qualità dell'Acqua (il mare davanti a me), della Terra (la sabbia), del Fuoco (il falò che ho acceso), dell'Aria (la brezza notturna).
E lo Spazio?
Se ci rifletto un pochino  dovrò ammettere che tutti gli altri elementi dipendono dallo Spazio mentre lo Spazio non dipende da essi.
Non solo.
Il fuoco potrà essere spento dall'acqua.
Per Terra si intende tutto ciò che è allo stato solido.
Per Acqua tutto ciò che è allo stato liquido.
Per Aria tutto ciò che è allo stato gassoso.
Per Fuoco tutto ciò che ha le caratteristiche di luminosità e calore.

Dell'acqua messa a bollire sul fuoco diventerà Calda (Il calore è caratteristica del fuoco) e ciò significa che contiene nella sua struttura interna "un po' di fuoco".
Se verso del sale (terra) nell'acqua questo vi si discioglierà mostrando la sua capacità di farsi Acqua.
L'Aria sotto forma di vento potrà smuovere le onde, spostare la sabbia, ravvivare o spegnere il fuoco.
A sua volta il Fuoco produce Aria.
Basta mettere un pezzetto di carta sopra un falò per accorgersi della spinta verso l'alto causata dalle fiamme e chi ha avuto la sventura di assistere ad una valanga potrà testimoniare che anche la terra produce Aria e così l'acqua di una cascata.

In ogni elemento c'è una porzione degli altri e l'esistenza di ogni elemento è condizionata dall'esistenza degli altri.
Ogni elemento dipende dagli altri quattro, a parte lo Spazio आकाश ākāśa, il più misterioso principio della natura.
Lo Spazio è indefinibile e non dipende in nessun modo dagli altri elementi
Anche se frasi come "non c'è più spazio" o c'è poco spazio" sono di uso comune, è evidente che lo Spazio non può essere, veramente, limitato in alcun modo.
Lo Spazio è indeterminabile e senza Spazio nessun fenomeno potrebbe aver luogo.

Se riprendiamo l'esempio  del Tè e della Teiera fatto spesso dagli insegnanti advaitai vedremo che l'unica cosa che differenzia lo Spazio "contenuto" in una teiera da quello "contenuto"in una stanza sarà dato dal contenuto: preparare il tè sul pavimento di una stanza non mi darà modo di berlo.
La possibilità di preparare e assumere la bevanda calda in qualche modo qualifica in maniera diversa lo spazio della teiera e quello della stanza.
D'altra parte se la teiera non fosse riempita con acqua calda e foglie di tè non potrebbe svolgere la sua funzione.
La "teiera" corpo umano è riempita delle esperienze del piacere, del dolore, della rabbia ecc.
Per usare termini della filosofia indiana, l'involucro (kośā) potrebbe essere considerato espressione di पृथ्वी pṛthvī, il contenuto di प्रकृति prakṛti:
Lo spazio, che viene qualificato dalla forma in base alla sua capacità ( o volontà?( di ospitare e rendere fruibile il contenuto, potrebbe invece essere assimilato a पुरुष puruṣa.

Il sentire, il deliberare, l'agire sarebbero quindi frutto della prakṛti e così come il tè non è fruibile se non nella teiera, dentro il corpo umano non potrà che alloggiare il jiva individuato. 
L'anima umana è tale solo perché è contenuta nel corpo. 
Non ci può essere anima senza corpo e non ci può essere corpo senza anima.
E così come il tè può essere nero, verde , di buona qualità o cattiva qualità, così l'essere umano apparirà di volta in volta, biondo, moro, grasso, magro bello, brutto, buono cattivo, ma lo spazio interno non verrà in nessun modo condizionato dalle qualità fisiche, dalla cultura o dal carattere  dell'individuo.
Lo Spazio è illimitato, indeterminabile e privo di relazioni con gli altri principi della manifestazione



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