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LA DANZATRICE DEL CIELO (Tantra - la via del Sesso; parte Prima; cap. X)

PARTE PRIMA

Capitolo X - LA DANZATRICE DEL CIELO



Abbiamo visto (Hahayogapradīpikā III, 99),che la donna deve allenare i muscoli sottili della vagina, per risucchiare nel suo corpo lo sperma e i liquidi vaginali. La prima cosa che viene in mente è il pericolo di gravIānze indesiderate, ma pare che il rischio sia pressoché inesistente.
La praticante di yoga tantrico ha una sensibilità, una conoscenza dell’apparato riproduttivo e delle fasi legate alle lunazioni tali da poter decidere quando e se rimanere in cinta. La gravidanza a seguito di un rapporto sessuale tantrico è cosa estremamente rara, e il bambino (bambina) nato in quel frangente è considerato un individuo eccezionale, uno yoginībhū, generato da una yoginī.
A seconda delle fasi lunari vengono riconosciute 16 diverse condizioni della vagina, associate ai 16 suoni vocalici dell’alfabeto sanscrito, e ai 16 petali del cakra della gola. Come vedremo nel sūtra seguente il  legame tra suono, gola e organi genitali femminili è la chiave delle pratiche sessuali tantriche. 

III,100
"Nel suo corpo non andrà perduta una solo goccia di fluido femminile.
Nel suo corpo il suono assumerà la forma del seme".

Trovo che  il verso “Il suono assumerà la forma del seme” sia bellissimo.  Per lo Yoga tutto è musica. Un fiore, un gabbiano, una montagna, non sono altro che melodie cristallizzate e la creazione del Mondo  non è altro che la capacità di trasmutare il suono in materia.
Per il Tantra è il corpo della donna a custodire il segreto della trasmutazione.
Guardate l’ immagine sotto, tratta dalle tavole di Gray’s Anatomy: la somiglianza tra forma dell’ugola e quella della vagina è evidente.




Fig. 10 – Ugola , immagine tratta da Gray’s Anatomy

E non si tratta solo di una somiglianza formale: i suoni emessi dalla gola influenzano i movimenti della vagina e viceversa.
Per un’ostetrica è facile ad esempio verificare che l’emissione del suono “A” in una partoriente coincide con l’allargamento della vagina, l’emissione del suono “U con il restringimento e l’emissione del suono “M” con il passaggio intermedio tra le due fasi.
Per lo Yoga tantrico la A e la U  sono due delle sedici sillabe vocaliche (kalāinscritte nei petali del fiore di loto che rappresenta il plesso della gola, o viśuddha cakra.:  

      A - Ā - I - Ī - U- Ū - ṚṂ - ṜṂ - E - AI - O - AU - A - A
  







Fig. 11 - Cakra della Gola



Le sedici sillabe rimandano ai gemiti di piacere della donna, durante l’unione sessuale disegnando un percorso che va dall’eccitazione (A ) all’orgasmo (A).
Nel Tantra sono così importanti da essere considerate delle divinità chiamate Nitya[1] o  Mātka[2].
I nomi delle sedici Dee delle vocali sono assai evocativi:
la prima, A è KāmeśvarīSignora del Desiderio, la secondaĀ, si chiama Bhagamālinī  che si potrebbe tradurre con “Colei che fa Ghirlande con la Vagina”, la terza, I è  Nityaklinna  “l’Eternamente Bagnata” o “l’Eterna Umida” e così via, fino alla sedicesima, A, TripurasundarI.
Le sedici sillabe vocaliche sono chiamate Mātka perché hanno il potere, con il loro suono di dar vita alle consonanti e quindi alle parole e alle frasi, rendendole comprensibili. Il potere di generazione delle vocali è evidente in qualsiasi lingua del mondo: la coppia di consonanti “LT” per esempio in italiano non vuol dire niente, ma aggiungendo le vocali può assumere almeno una decina di significati diversi:  LATO – LATI – ALTO – ALTI – LOTO – LOTI – ALATO – ALATI – ALITO…. 
Per i tantrici il potere di generazione della parola e il potere di generazione della materia dimorano entrambi nel corpo femminile e sono espressione della medesima energia chiamata Śakti o Kuṇḍalinī[3].

III,101
"Lo sperma e i fluidi vaginali mescolati all'interno del suo corpo, attraverso la pratica di 
vajrolī portano alla realizzazione finale".

Vajrolī mudrā (vedi “SECONDA PARTE”) è una pratica relativa ad un particolare canale energetico, Vajra ī che  dagli organi genitali risalendo lungo la colonna vertebrale, arriva alla ghiandola pituitaria (l’epifisi, posta nelle immediate vicinanze de chiasma ottico). Il legame tra la ghiandola pituitaria,  gli ormoni sessuali e i fluidi genitali, noto agli yogin da millenni, è stato scoperto dai nostri scienziati solo negli anni ’50 del XX secolo. Il sūtra pare suggerire un qualche collegamento tra ciò che chiamiamo Realizzazione o Illuminazione e la capacità di produrre neuro ormoni.

III,102
"E' una yoginī colei che risucchia il proprio fluido vaginale verso l'alto.
Conosce il passato e il futuro e danza nel cielo" 

“Colei che Danza nel Cielo” è una Dakini, una creatura divina che incarna le forze primarie della creazione. Letteralmente Dakini significa “mangiatrice di carne umana”, ma questo non vuol dire che praticando tantra si diventa antropofagi: la “carne umana di cui si cibano” le Dakini è la materia grossolana di cui è composto il loro corpo. Il sūtra parla di alcuni dei poteri psichici che emergono nella pratica, come la chiaroveggenza e la possibilità del viaggio astrale.


III.103
"La perfezione del corpo si ottiene con l'aspirazione dei fluidi vaginali e dello sperma.
Questo yoga porta alla realizzazione [anche] godendo dell'orgasmo".


Per “perfezione del corpo” si intendono la bellezza, la salute e la longevità.
Questo è un concetto importante. Nella nostra cultura basata sul dualismo platonico tra materia – spirito, si tende spesso a considerare il corpo, se non la prigione dell’anima, qualcosa di poco nobile, di impuro.
Per il tantrismo non c’è assolutamente differenza tra corpo e anima.
L’essere umano è Corpo, Parola e Mente, con  Parola che sta ad indicare  le energie vitali, e la Realizzazione consiste nell’integrare armoniosamente queste tre componenti, fino a scoprire l’identità tra Energia e Materia.
La Mente è sacra perché ogni pensiero nasce dalla Dea
La Parola è sacra perché ogni suono è un canto in Suo onore
Il Corpo è sacro perché in ogni organo, muscolo, cellula danza Lei, Kuṇḍalinī.che come ci dice il testo nel sūtra successivo non è altro che uno dei nomi della Dea:

III.104
"La tortuosa (Kutilangi), colei che si eleva (Ku
ṇḍalinī), il serpente femmina (Bhujangi), la Śakti, Isvari, Kundali, Arundhati non sono altro che sinonimi".

































[1] Nitya  può essere tradotto sia con “eterno” che con “necessario”, ”indispensabile”:sono le potenze che rendono possibile la manifestazione.
[2] mātṛka è la “madre” e in genere tutto ciò che ha il potere di generare.
[3] Le sedici Mātṛka, visto che sono legate ai gemiti di piacere della donna, sono anche chiamate Kāmakalā, come le 64 arti dell’amore del Kāmasūtra (Danza, Arte della Spada, Arte di far parlare i pappagalli ecc.). I numeri 16 (4 x 4) e 64 (4 x 4 x 4) sono di vitale importanza nell’Arte e nella Scienza  dell’India antica.

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