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TANTRA LA VIA DEL SESSO - PARTE PRIMA, CAP. II - KAMASUTRA


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nella figura sopra l'ottava posizione fondamentale del Kamasutra, la "GIUMENTA". in realtà si tratta di una sillaba dell'alfabeto sanscrito, la sillaba LA ल. Le figurine del kamasutra sono "Sillabe" e non immagini erotiche!




Nel 2016 usciranno altri due mie libri.
Il primo, TANTRA LA VIA DEL SESSO", ha già avuto un successo superiore alle mie aspettative poiché  si tratta, in fondo  di un libro tecnico e anche se ho cercato di alleggerirlo con qualche battuta ed un approccio tra virgolette ironico, è assai serioso.
La maggior parte degli occidentali pensa che il tantrismo sia qualcosa che riguarda il sesso, ma come dicono Swami Satyananda e Swami Shivananda il tantra è in realtà la tecnica alchemica chiamata Hatha Yoga e Tantra sono chiamati anche i testi che parlano delle tecniche operative.
Da qui la duplice interpretazione di TANTRA (Tanu Trayate) Salvare attraverso il Corpo e TANTRA Trama di Tessitura.

Ma perché da noi Tantra è diventata una cosa che riguarda esclusivamente il sesso?
Il problema nasce da una legge dell'Inghilterra vittoriana, l'OBSCENE PUBBLICATIONS ACT, che vietava la pubblicazione di testi ed immagini erotiche, pena la distruzione dei testi e l'arresto di autore ed editore.

Poiché nello Hatha yoga esistono tecniche che riguardano gli organi sessuali (vedi HATHA YOGA PRADIPIKA III e Yoga Kundalini Upanishad con il commento di Swami Shivananda) per evitare la distruzione di testi tradizionali molti maestri dell'ottocento e dei primi del novecento si trovarono a dover nascondere i manuali tecnici alcuni dei quali venivano chiamati Tantra.

Lo so che ci sono altre interpretazioni, ma questa a me sembra la più probabile e ragionevole.

Che poi esistano asana a coppia e tecniche operative sessuali nello Yoga è fuori discussione.
La parola  Hatha Yoga  viene messaper scritto per la prima volta dal Maestro dei maestri, Gorakhnath, nel suo libro HATHA YOGA, poi ripreso e sviluppato dal suo discepolo Svatmarama nello HATHA YOGA PRADIPIKA.

Il lignaggio di Gorakhnath è quello dei Siddha Nath, di Boghanarthar e Babaji Nagaraji.
E' una linea di insegnamento alchemico che non riconosce né caste né differenze di genere sessuale, e perciò mal vista dal clero  tradizionale, ed è quello che chiamiamo HATHA YOGA.

Gorakhnath è considerato maestro illuminato da Hindu, Buddisti e Sufi.
In India è Samba Sada Shiva, incarnazione del "Benigno che da sempre sta con la Madre dell'Universo",in occidente è relativamente poco conosciuto.
Ha scritto più di 100 libri che di solito si dice siano andati perduti, mentre in realtà sono tutti conservati nel Museo del Rajastan con tanto di traduzione in inglese e si trovano facilmente su internet.

All'inizio pensavo ad un complotto per nascondere la vera conoscenza, ma poi si è fatto strada il dubbio che si tratti di un mix di ignoranza e malafede.

I libri di Goraksha in gran parte sono testi tecnici che parlano di Anatomia, neurofisiologia e alchimia operativa e ci danno un immagine dello yoga un po' diversa di quella che ne abbiamo in occidente.

Di fatto  la lettura dell'opera di Gorakhsha come dello Shaktavijnana o del Nāmakalāvidyā o del Tirumantivar  pone problemi che forse molti non sono ancora in grado di affrontare.
Se si cerca di liberare la mente da pregiudizi culturali e filtri cognitivi si sarà costretti ad ammettere che un vaccaro nepalese del medioevo aveva una conoscenza  scientifica almeno pari, ma secondo me superiore, a quella dei più grandi ricercatori, medici, chimici e fisici del nostro tempo.

Come è possibile?

Quello che ho cercato di fare, soprattutto  con la prima parte del mio libro è stato quello di far partecipi altri dei miei dubbi.
Non è un libro che da risposte, ovviamente, ma vorrei che fosse preso come un invito alla elasticità.
Quando ci si irrigidisce nella difesa del proprio sapere, del proprio lignaggio, della propria scuola di pensiero si è portati automaticamente ad eliminare le piccole e grandi anomalie che potrebbero mettere in dubbio le nostre sicurezze.
Ciò è comprensibile (siamo tutti umani! o quasi...), ma a lungo andare può portarci a nascondere, soprattutto a noi stessi, le tracce di una verità diversa dalla nostra.
La  paura di perdere le nostre piccole grandi certezze ci può condurre in alcuni casi alla fede cieca e al fondamentalismo e nella maggior parte ad andare CONTRO.
Contro chi la pensa diversamente da noi, contro chi ha fedi diverse, contro chi parla lingue diverse.
E' un peccato.
Lo Yoga è un'Arte meravigliosa, e se ognuno di noi cercasse di condividere e di collaborare senza proporsi come grande illuminato, grande discepolo di illuminati, discendente di un grande lignaggio ecc.ecc forse riusciremmo a ricomporre quel fantastico  mosaico di conoscenze che i maestri del passato avevano creato per noi e  che noi,per incuria e stupidità, stiamo distruggendo tessera dopo tessera.

Il capitolo che incollo è la prima parte di un mio studio sul kamasutra e sull'importanza del numero 8 (8 posizioni fondamentali del Kamasutra, 8 sillabe fondamentali della Dottrina della Vibrazione Tantrica, 8 trigrammi della tradizione cinese) e del numero 64 (64 varianti totali delle posizioni del kamasutra, 64 sillabe sanscrite-50 dell'alfabeto + 14 inespresse -, 64 esagrammi dell'I'ching) nella scienza antica.


II - IL KĀMASŪTRA  DI SIR RICHARD FRANCIS BURTON 

I  Veda non sono certo i soli testi a essere stati taroccati o mal tradotti.
L’esempio più clamoroso della, a volte involontaria, mistificazione della letteratura indiana, è il Kāmasūtra, il libro di Arte Erotica più pubblicato, citato, studiato nella storia dell'umanità. 
Chi l’ha tradotto e reso celebre è  un avventuriero inglese dell’ottocento, sir Richard Francis Burton. 
Gran seduttore di donne, abile spadaccino, spia con licenza di uccidere al servizio di Sua Maestà, Burton, era il James Bond della sua epoca. I suoi viaggi alla Mecca e le spedizioni alla ricerca delle sorgenti del Nilo lo resero famoso in tutto l’Occidente.
Nel 1882 fondò la Kāma  Shastra Society, una società segreta che, in barba agli Obscene Publications Acts, si occupava di pubblicare e diffondere clandestinamente testi erotici orientali.
Burton si attribuì le traduzioni di “The Book of the Thousand Nights and a Night”  (“Le Mille e Una Notte”) tratto in realtà, dalla versione in francese di Antoine Galland,  “The Perfumed Garden of Sensual Delight” (un manuale di arte erotica araba del XV secolo), che sarà pubblicato dopo la sua morte avvenuta, nel 1890, e, del Kāmasūtra, di cui possedeva un manoscritto risalente, pare, al XVIII secolo. Il problema è che Burton, oltre ad ignorare i principi fondamenti della filosofia indiana ( i Veda di Griffith furono pubblicati, per la prima volta, tra il 1889 e il 1899, dopo la sua “traduzione” del Kāmasūtra) non sapeva leggere  il sanscrito!
La sua versione degli “Aforismi d’amore” (come si potrebbe tradurre Kāmasūtra), stampata inizialmente in  sole 250 copie destinate ai salotti della nobiltà e della ricca borghesia europea, ebbe un successo clamoroso, ma era appunto una “sua” versione che ha a che vedere relativamente poco con i versi scritti nel III secolo dopo Cristo  da Vātsyāyana, monaco e yogin.
Il Kāmasūtra sarebbe stato rivelato a Vātsyāyana dalla Dea Kāmākhyā (più o meno “colei che dichiara l’Amore”) che gli sarebbe apparsa mentre era in meditazione in una grotta sulle alture di Garo (Nord Est dell’India).  
Scomodare una Dea per scrivere un trattato sulle posizioni del sesso a me pare un po’ strano, è come se la Madonna di Fatima avesse parlato ai pastorelli di ricette di dolci, e infatti il Kāmasūtra originale è un testo sacro, pieno di  istruzioni pratiche per raggiungere  lo stato che nello yoga è detto Liberazione o Illuminazione.
Istruzioni che il buon Burton, nella sua non impeccabile traduzione, ha eliminato o messo in secondo piano. Del resto per lui come per l’occidentale medio, la filosofia era assai meno intrigante della copula. Come dargli torto?
Anche noi, in fondo la pensiamo allo stesso modo e quando ci troviamo in mano una edizione del  Kāmasūtra, saltiamo senza indugio le descrizioni di vita quotidiana e le parti discorsive, per fiondarci sui capitoli che contengono le pratiche sessuali e le immancabili miniature sconce.
Sono solo loro, le 64 posizioni, l’unica cosa  che ci interessa per davvero.
Quelle posizioni di cui tutti noi, almeno una volta, abbiamo letto, parlato, o sperimentato le possibilità, con imbarazzo, invidia, eccitazione, divertimento o semplice curiosità. 
Alcuni, me compreso, si saranno anche chiesti perché diavolo gli indiani si siano inventati maniere tanto stravaganti e talvolta pericolose per le articolazioni, per fare la cosa più naturale del mondo:
o il Kāmasūtra, mi dicevo un tempo, è frutto di un'abile strategia di marketing ideata da una lobby di fisioterapisti o il fine delle descrizioni e delle miniature erotiche è diverso da quello che immaginiamo.
64 sono le posizioni (8 fondamentali e 56 varianti), e 64 sono, nel Kāmasūtra, anche le Arti dell’Amore, o Kāmakalā, le discipline che ogni donna di buona famiglia dovrebbe conoscere.
Nel testo, le 64 Arti, sono elencate  e descritte una per una, e ovviamente la maggior parte dei lettori non presta loro la benché minima attenzione.
È un peccato perché le Kāmakalā potrebbero darci delle indicazioni assai interessanti sul valore e sul significato autentici del Kāmasūtra
Vediamone alcune:


Arte della Danza,
Arte del Canto,
Arte della Recitazione,
Arte della Musica,
Arte della Spada,
Arte del Bastone Lungo,
Arte del Bastone Corto,
Tiro con l'Arco.
Stregoneria, 
Arte di Cambiare l'Immagine delle Persone, 
Carpenteria e Progettazione di Edifici, 
Arte di Insegnare a Parlare ai Pappagalli, 
Arte di Suonare  Bicchieri  l'Acqua dentro, 
Arte di Conoscere il Sanscrito e Tutti i Dialetti.
Arte di Improvvisare Versi in Rima …

Non ho idea di quale fosse la condizione della donna indiana nei primi secoli  dopo Cristo, ma mi sembra un pochino improbabile che avesse abbastanza tempo per imparare e praticare tutte queste discipline.
Alcune Arti dell’Amore poi sono veramente bizzarre: Danza, Canto e Recitazione, va beh, ci possono anche stare. Spada e Tiro con l’Arco un po’ meno, ma con un po’ di fantasia qualche relazione con il sesso la possiamo trovare, ma che cosa c’entra la “Carpenteria e Progettazione di Edifici”  con il far l’amore?
E l’Insegnare a Parlare ai Pappagalli?
La  Stregoneria e l’Arte di Cambiare l’Immagine delle persone rientrano  nella sfera dello yoga. Sono alcune  delle abilità  psichiche, o siddhi, che il praticante acquisisce nella via per la “Liberazione”
Le siddhi sono i poteri paranormali, collegati alle varie forme della Dea Madre..
Mi viene un dubbio: non sarà che le 64 Arti del Desiderio “che ogni giovane di buona famiglia deve conoscere” siano in realtà dei poteri che insorgono grazie agli esercizi tantrici?
E le 64 posizioni erotiche non saranno, allora, le varie possibilità di unione dello yogin con l’energia divina, la Śakti?
Se così fosse tutte le parti più noiose del kāmasūtra, si rivelerebbero, all’orecchio in grado di intendere, delle preziose indicazioni operative.
La storia dei pappagalli, ad esempio.
Chi è che per imparare a godere e a far godere di più il partner perderebbe tempo ad insegnare a parlare a un pappagallo?
È assurdo.
Ma se si considera che Vikotanayana, una forma della Dea  con la testa di pappagallo, è collegata a certi canali sottili  della parte destra del corpo (piṅgala), Il discorso si fa un tantino più complesso.
L’Arte di Insegnare a Parlare ai Pappagalli  potrebbe essere una particolare  tecnica di yoga che ha  a che fare con le vibrazioni  e la trasformazione delle energie vitali.
Il Kāmasūtra in quest’ottica, diventerebbe (è) un manuale di Alchimia Interiore con le 64 posizioni e le 64 arti o kalā, che indicano le diverse maniere per " risolvere il rapporto tra chi possiede e chi è posseduto, nell'Uno perfetto ed Eterno" (come recita  il sūtra 34 dell'Anandalahari, uno dei testi fondamentali dello yoga). 64 tra l’altro è un numero assai significativo per lo yoga: come vedremo in seguito, è il numero dei marīci, o “Raggi della Creazione” che si celano dietro i petali del sesto cakra, il “Terzo Occhio” posto al centro della fronte.
Per intravedere il tesoro nascosto del libro di Vātsyāyana  al di là delle cattive traduzioni e delle manipolazioni bisognerebbe ri-tradurre tutto il testo originale e analizzarlo dal punto di visto tantrico.
 Ma anche con le poche tracce che abbiamo, utilizzando altri testi scritti da chi lo yoga lo praticava davvero, possiamo farci un’idea di cosa intendesse dirci Vātsyāyana.
Avalon , ne “Il Potere del Serpente”, cita un testo oggi introvabile, il Nāmakalāvidyā (conoscenza dei Nomi delle kalā) secondo il quale i due  amanti e le diverse  maniere di accoppiarsi sarebbero tre gruppi. di sillabe dell’alfabeto sanscrito . Ovviamente a chi non ha confidenza con il tantrismo questa descrizione risulterà sibillina, ma bisogna tener presente che il Tantra si basa sulla “Dottrina della Vibrazione”.  
I corpi degli amanti sarebbero note musicali che, sposandosi tra loro,  creano  frasi, parole, accordi e melodie. Il lavoro sul suono, sulle sillabe sanscrite che attivano i vari canali energetici,  è una delle chiavi per comprendere il Kāmasūtra e molti altri testi tantrici: le sillabe sono le  note fondamentali  e le  immagini erotiche rappresentano le varie  possibilità di accordarsi con la “Musica delle Sfere”.
Roba da scienziati, insomma. O da yogin. 




NOTE
  Richard Francis Burton (1821 –1890) conosciuto come il terzo miglior spadaccino della sua epoca, è stato  spia,  esploratore, traduttore e orientalista .
Viaggiò da solo e sotto travestimento alla Mecca, , viaggiò con John Hanning Speke alla scoperta dei grandi laghi africani e della sorgente del Nilo, visitò Salt Lake City insieme a Brigham Young. Fu console britannico a Trieste,e Damasco.

 La data di stesura del Kamasutra è incerta: si parla di un periodo compreso tra il I e il V secolo, ma potrebbe anche trattarsi della versione  di un testo molto più antico, facente parte del corpus dei 1.000 libri del Kāmaśāstra, la bibbia del tantrismo risalente secondo alcuni al 1.500 a.C.

 Arthur Avalon, pseudonimo di sir John Woodroffe (1865 – 1936), è stato il primo a tradurre  e a divulgare in occidente i testi tantrici.

 1) gruppo della a (le vocali a ā i ī u ū ṛ ṝ ḷ ḹ e ai o au + anusvara/anunasika e visarga)
2) gruppo della ka (le consonanti gutturali ka kha ja jha ṅa)
3) gruppo della ca (le consonanti palatali ca cha ja jha ña)
4) gruppo della ṭa (le consonanti linguali ṭa ṭha ḍa ḍha ṇa)
5) gruppo della ta (le consonanti dentali ta tha da dha na)
6) gruppo della pa (le consonanti labiali pa pha ba bha ma)
7) gruppo della ya (semivocali ya ra la va)
8) gruppo della śa (sibilanti śa ṣa sa ha)
9) gruppo della kṣa
Questi nove gruppi a loro volta sono divisi in tre categorie.
La categoria di "colui che gode" (fuoco. sillaba kṣa).
La categoria del "godimento" (sole - gruppo delle linguali ṭa ecc.)
Gli altri gruppi (vocali, gutturali, palatali labiali) sono infine la categorie degli "oggetti di godimento" (luna – vocali, gutturali, palatali labiali).

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